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Sinossi

Manha hatah


SINOSSI
    
    
    
Sinossi. “Manha hatah”
I Love New York
UN POETA E UNO SCIAMANO NELLA GRANDE MELA


“Lo spazio e il tempo non sono condizioni in cui viviamo, ma modi in cui pensiamo”, Albert Einstein.

E’ questa la cifra di questo romanzo, un viaggio tra l’esoterico, il filosofico e l’irriverente e feroce contemporaneo, tra molte città e nel labirinto della memoria e della disumanità. Attraverso un format di scrittura a più lati, che vanno a costituire molteplici fili narrativi, due figure – un Poeta e uno Sciamano – interpretano la società d’oggi in un violento attacco a quello che noi chiamiamo “progresso” ed “evoluzione umana”.

Gli occhi del Poeta vedono la città di New York come esperienza concreta e romantica di tutte le città del passato, del presente e del futuro: unica città mentale rappresentata nel racconto da una splendida donna narchetipica, in una molteplicità di attimi sovrapposti e accatastati.

Lo sciamano indaga, nella mente del poeta, la città di New York: è la visione di un mondo a lui alieno e per lui totalmente incomprensibile. Lo sciamano incontra nella mente del suo ospitante, dove provvisoriamente abita, l’uomo moderno e osserva il suo continuo assurdo delirare: doloroso e sconcertante nella sua follia; prende faticosamente coscienza dell’orrore in cui la razza umana è precipitata e non riesce a farsene una ragione sino a perdere il senso della legge naturale.

Il libro si sviluppa ereticamente nei termini di: “una strada per rifiutare ciò che accade intorno a noi”.

Nei fatti, il libro può essere adeguatamente misurato solo da persone inconsuete, straordinarie ma con una sensibilità particolare al valore morale e narrativo e non esclusivamente e inesorabilmente traviate dalla banalizzazione e dal mercimonio della cultura di massa. Inoltre, proprio perché si può distinguere tra libri “necessari” e libri “vendibili”, tra il passare alla storia o il passare alla cassa, tra libri laboratorio e libri “dalle forme e dai generi letterari inusuali”, questo libro s’inserisce perfettamente nella filosofia di un’editoria moderna intellettualmente dinamica, irriverente e priva di pregiudizi e preconcetti, ma soprattutto volta alla concretezza dell’arte come strumento di trasformazione o di distruzione.

Opportuno segnalare che nel libro vi è un violento e feroce attacco a quello che noi chiamiamo progresso ed evoluzione umana che, in verità e purtroppo, non è passata da un’autentica e reale civilizzazione.





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