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Approfondimenti

I Giardini Fioriti di Ol'Mar


APPROFONDIMENTI
 
 
Nel VI° secolo a.C. Lao Tze e il suo discepolo Zhuang Zi sostenevano, entrambi, errata la convinzione che “il linguaggio sia il luogo in cui l’essere dimora”. Lu Ji, poeta-soldato del III° secolo d.C., nel suo straordinario Wen Fu (Fu – prosa in rima o poema discorsivo) recita: “Il poeta sta al centro / di un universo, / contempla l’enigma // e trae nutrimento / dai capolavori del passato”. Nel ‘300 Dante Alighieri puntualizza, Inferno Canto IX: “O voi ch’avete li ’ntelletti sani, / mirate la dottrina che s’asconde / sotto ’l velame de li versi strani”. Se-condo August Ruegg la poesia “calca sentieri mai calcati, esplora mondi che nessun altro ha conosciuto e si prefigge le mete più difficili e remote” mentre per Giuseppe Ungaretti (in un’intervista): “La poesia è poesia quando porta in se un segreto”. “A questo induce la poesia: a vedere ciò che altrimenti non si vedrebbe, at-traverso ciò che mai prima si è udito”, Roberto Calasso in “La letteratura e gli dei” e Raniero Gnoli nell'intro-duzione alla Bhagavadgita: “La poesia è caratterizzata da un diverso linguaggio, nel quale le parole sono sì le medesime di quello pratico, ma ordinate ad un fine diverso. Nella poesia le parole non sono immediata-mente sostituite dal loro senso non si esauriscono nel frutto e nella comprensione, ma rimangono, per dir così, nel nostro conoscere, senza estinguersi nel conoscibile”. I GIARDINI FIORITI DI OL’MAR – viaggio nel labirinto della mente umana - è un poema epico in prosa in cui la musicalità è lo strumento idoneo alla sua decrittazione. Nel poema “il centro è ovunque e la sua circonferenza in nessun luogo” (Empedocle e Niccolò da Cusa); dunque la composizione non ha inizio né fine, né centro né contorno, e, come potrebbe sostenere Umberto Eco: "suggerisce quasi fisicamente l'infinito, perché non si conclude in forma". L’attività razionale non ha il suo primato nella logica quanto nel vedere la verità e nella tensione verso l’infinito. Il poema propo-ne quindi un nuovo sconcertante approccio al reale: al livello più elementare della realtà nulla è reale, l’unico limite è dettato dalla nostra immaginazione e dalla capacità d’interpretazione. L’importanza dell’effort e, for-se, l’indispensabilità dell’incomprensibile sono le basi strutturali della composizione. Il poema è simbolico, in termini di analisi, secondo la definizione che ne da Yung; e, meglio, nei termini che propone Paolo France-sco Pieri: indicatività – scomponibilità e componibilità non sintetica – decisionalità - carattere trascendente. Lo spazio e il tempo della scrittura – seguendo la definizione di Albert Einstein: “… Lo spazio e il tempo non sono condizioni in cui viviamo, ma modi in cui pensiamo” - sono formati da attimi spazialmente completi in se stessi e questi non hanno bisogno né dell’attimo antecedente né di quello successivo che possono essere complementari ma non vincolanti. Il tempo del libro è la simultaneità come, nel cervello umano, la memoria, comunque distribuita a labirinto dove lo scorrere logico è esclusivamente un’esperienza mentale. La struttura dell’esposizione, a frattale, segue metaforicamente il principio d’indeterminazione di Werner Karl Heisen-berg: se sai dove sei non sai cosa stai leggendo, se sai cosa stai leggendo non sai dove sei. La poesia nella meccanica quantistica e la meccanica quantistica nella poesia vogliono rappresentare il concetto del non lo-cale, della contemporaneità dell’accadere: poiché è l’osservazione che crea il fenomeno e solo la lettura può generare l’immagine. Matematicamente il poema s’ispira agli infiniti non numerabili di Kantor e al concetto espresso nel “Tensore di Ricci”: la forma, con il quale costruire uno straniero raccontare, può essere indi-pendente dalla scelta del sistema di riferimento (letterario). Nei fatti, a parte la grammatica e la sintassi, qualsiasi altra legge è stata sospesa nella narrazione e sarà il lettore stesso a darne ragione. Il problema centrale, irrisolto, della Coscienza è la sua costruzione in base binaria: 0 e 1. Concretamente la Coscienza all’interno del libro “danza sul bordo” del Caos e della Saggezza, confine tra l’universo reale e l’universo insi-to nella schiuma quantistica, sottostante la lunghezza di Planck, “dove le nozioni convenzionali di destra e sinistra, avanti e indietro, sopra e sotto, prima e dopo, perdono ogni significato”. Concludendo, il poema è una vera e propria sfida per chi è, anche intellettualmente, spregiudicato; un estenuato o estenuante stru-mento di tortura cerebrale ma anche Haggadah: senso solo per chi comprende.

Il poema è un atroce enigma fatto a fiaba che scorre tra pazzia e dolore: faticosa sfida intellettuale. Affasci-nante, forse unica esperienza di contaminazione culturale tra: lettere, fisica, teologia, storia, filosofia, mate-matica. Avventura mentale e rappresentazione dell’uomo rinchiuso dalla creazione del Mondo nel labirinto ottagonale della storia umana: continuo tentativo ed esasperata ricerca di un possibile ritorno alla città “origi-naria”. Da pag. 547 a pag. 570 (pagine da leggere preferibilmente prima di affrontare la globalità del testo) viene esposta la struttura portante di questo lavoro letterario incardinato nella meccanica quantistica e al cui interno la multidisciplinarietà è la principale cifra narrativa. Custodire il passato è come custodire le fonda-menta di una casa; è costruire e custodire il nostro futuro; è custodire il bambino che c’è in noi e da cui sia-mo stati generati. La struttura espositiva del poema, come specificato, è un labirinto rizomatico: sempre di-verso ma uguale in ogni luogo, senza inizio né fine, senza sopra né sotto, senza prima né dopo. E’ bene sot-tolineare che un terzo del poema è dedicato esclusivamente alla donna nella storia umana quale progetto d’eternità trascendente la materia (Il canto Elegia dell’altra va da pag 253 a pag 390). Pandora la prima don-na, fa elegia di Lucy, il primate dalla postura eretta, il cui scheletro, di oltre tre milioni di anni, è stato scoper-to in Africa. Nel canto, la “parola” generata dalla donna produce il reale, dunque generatrice/fattrice della pa-rola e centro dell’universo immaginario dove l’uomo vive e crede. Ogni donna è una porta che concede l’accesso all’umanità sulla terra, la cui prima parola è mamma. Senza parola non sapremo definire, definirci né collocarci in uno spazio, in un tempo, in un percorso. Senza parola non c’è coscienza. Per una corretta interpretazione e comprensione del poema, la lettura dovrebbe essere fatta ad alta voce. Di conseguenza, in allegato un cd rom, dove una cantante lirica, leggendo ad alta voce, da consistenza reale all’armonia e al ritmo che governa il raccontare.

Tanto sono più incomprensibile tanto sono più vicino a Dio – l’indispensabilità dell’incomprensibilità - senza l’incomprensibile vi è la morte ed il nulla. IL LIBRO SEMPLICE E FACILE E’ UN ATTO DI EGOISMO SIA DI CHI SCRIVE SIA PER CHI LEGGE, E’ LUSSURIA E PIACERE. Steiner:. “E’ necessario difendersi dal raggiungere troppa semplicità, perché essa eleva solo l’egoismo. Se fosse così facile arrivare alla scienza dello spirito, chiunque potrebbe arrivarvi senza superare il proprio egoismo”. E’ lo sforzo che ci fa capire che fa crescere e vedere perché è stata la luce (attraverso lo sforzo) che ha prodotto l’occhio e questo si è costruito sulla necessità di vedere. J. W. Goethe: “Ciò che la scienza enuncia come idea (teorema), l'arte deve imprimerlo nella materia. Ciò deve essere il suo problema”. E nel Macbeth di Shakespeare, (atto V, scena V): “Spegniti, spegniti, breve candela! La vita non è altro che un'ombra che cammina; un mediocre attore che si pavoneg-gia e si dimena sul palcoscenico per il tempo della sua parte e poi non si ode più oltre. È una favola narrata da un idiota, piena di strepito e furia e senza significato alcuno”.


Note Generali
Il poema epico nelle altre letterature moderne è tentato in Francia da P. de Ronsard (Franciade, 1572); e ancora da Voltaire con la sua Enriade. I Lusiadi di L.V. de Camões celebrarono le nuove glorie marinare e nazionali del Portogallo; in Inghilterra la tradizione epica fu interrotta dall’e. religiosa creata da J. Milton nel Paradiso perduto; anche la Messiade di F.G. Klopstock, in Germania, si avvicina più a Milton che alla epica tradizionale. Le letterature moderne che hanno conosciuto una rinascita epica sono le scandinave: in Dani-marca A.G. Oehlenschläger (Aladdin, Helge ecc.), in Svezia E. Tegnér (Fritjofs saga), in Finlandia E. Lönnrot (Kalevala) diedero vita a poemi tipici dello spirito nazionale. Nel 1903 Maia è un lungo poema autobiografico e non epico di più di ottomila versi, scritto da Gabriele d'Annunzio. Omeros è un poema epico del 1990 che si rifà a Omero karaibi composto in lingua inglese da Derek Walcott , premiato nel 1992 con il Premio Nobel per la letteratura. + nei due romanzi in versi The boys who stole the funeral (1980) e Fredy Neptune di Les Murray - romanzo in versi - australiano accostato a quelli di Derek Walcott e Séamus Heaney (Castleda-wson, 13 aprile 1939 – Dublino, 30 agosto 2013) è stato un poeta irlandese, Premio Nobel per la Letteratura nel 1995, irlandese – Joice non si può dire che sia epico né poema ma romanzo straordinario. Dalla seconda metà del Novecento ha preso corpo in Italia un nuovo filone letterario, la poesia epica scritta da donne, non ancora storicizzato in quanto tale e quindi non ancora sufficientemente conosciuto e valorizzato dal pubblico e dalla critica, né mai prima tentato dalle autrici di poesia italiane dei secoli precedenti, sempre limi-tate alla poesia lirica occasionale o d’imitazione del canone petrarchesco. Le madri fondatrici del poema epi-co femminile italiano contemporaneo sono Amelia Rosselli suicida con La libellula, composta fra il ’58 e il ‘62 e Patrizia Vicinelli con I fondamenti dell’essere, scritto fra l’’85 e l’’87. Tossicodipendente muore per aids il 9 gennaio 1991.

Curiosità.
Americani sempre più poeti. Sono almeno 35 le grandi città che hanno nominato un "poeta laureato", una persona incaricata ufficialmente di comporre (e leggere) poemi in occasioni di eventi importanti. E il fenome-no si diffonde anche nei piccoli centri. Ci sono sempre più "poeti laureati" negli Stati Uniti. Ma, contrariamen-te a quanto si possa immaginare, non si tratta di laureati in poesia. Sono persone investite ufficialmente del compito di comporre poemi in occasione di eventi ufficiali. Tra gli eventi più blasonati, ad esempio, c'è il giu-ramento dei presidenti. Quest'anno, per il suo secondo giuramento, Obama aveva invitato Richard Blanco, figlio di esuli cubani (44 anni), ispanico e dichiaratamente gay. Secondo l’Academy of American Poets, stori-ca organizzazione newyorkese dedicata alla pratica poetica, almeno 35 grandi città avrebbero nominato il loro "poeta laureato". Ma esistono anche i centri più piccoli che dispongono dei loro poeti "ufficiali", e un cen-simento esatto è assai difficile. Il poeta laureato è una figura nata ai tempi del Medioevo con i poeti di corte. Nonostante siano passati secoli, ce ne sono anche oggi, anche se molti meno. Ma, come scrive il New York Times, stanno aumentando. Il quotidiano della Grande mela si sofferma su una curiosità: la nomina di un poeta laureato a Fresno, in California, una città a metà strada tra San Francisco e Los Angeles (a quanto di-cono non particolarmente bella). Fresno non è una destinazione ma "una fermata al bagno", ha scritto Ja-mes Tyner (nella foto), un simpatico libraio trentasettenne che dal 22 aprile è stipendiato dal comune per scrivere poesie sulla città. Il sindaco, Ashley Swearengin, ha detto che a Fresno "mancava qualcosa per e-sprimersi". E dunque ha ritenuto opportuno dotare la cittadinanza di uno "stimolo poetico". Tra le altre città che hanno scelto il loro poeta si contano anche Houston (Texas), Los Angeles (California) e Boise (Ohio). Secondo gli esperti del settore, il numero dei "poeti laureati" riflette un interesse sempre crescente per la po-esia negli Stati Uniti. Questo amore trova anche altri sfoghi ufficiali, più o meno famosi: il National Poetry Month (mese della poesia), il Poetry in Motion (poesia in movimento) e il Poem in Your Pocket Day (giornata della poesia in tasca). In aumento anche le pubblicazioni specializzate nel genere. Infine un numero inequi-vocabile: secondo i dati raccolti dall’Associazione degli Scrittori e dei Programmi per la Scrittura nel 1975 in America c’erano appena 79 corsi di laurea dedicati alla scrittura creativa. Oggi sono già 852. Ovviamente la scrittura creativa non serve solo a fare poesie. Ma sicuramente aiuta...

Info: tahayyur = fiore di meraviglia - ádelon (ciò che è prima di ogni manifestazione – mistero dell’apparire “lato oscuro che ogni apparire nel suo apparire rivela”) - officium lectionum poema spirituale o testo sacro –

“Chi ragion vuol tutta gelo | Senza slanci, senza affetto, | Tarpa l'ali all'intelletto, | Non s'innalza fino al ver.” Silvio Pellico 1789 1854.










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